La nostra visita al Museo dell’Emigrazione Italiana

Dal nostro archivio

Durante un anno di scuola elementare, media o anche superiore si fanno sempre uscite didattiche per approfondire un tema studiato in classe, per cambiare un po’ la routine della lezione e anche per divertirsi con i compagni.

Con i compagni del CPIA dove frequento il corso di terza media siamo andati a visitare il Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana di Genova grazie al progetto NavigAzioni, di cui è capofila Suq Teatro e Festival, finanziato da Regione Liguria. Era un giovedì, mi sono alzata presto, mi sono organizzata a casa e sono andata alla stazione dei treni di Busalla per andare a Principe dove noi studenti ci siamo incontrati con gli insegnanti. Alle 10,15 eravamo tutti davanti alla stazione e dopo abbiamo fatto una camminata a piedi per raggiungere il museo. Siamo entrati tutti con calma e abbiamo trovato una signora sorridente: era la guida turistica. Dopo averci salutato, la guida ha cominciato a presentare la storia del museo e ha detto che prima di essere un museo era un posto dove le persone che emigravano si fermavano per curarsi e per riposare. Abbiamo visto tanti video proiettati sui muri che raccontavano storie vere di persone migrate dall’Italia verso gli Stati Uniti, il Brasile e altri Paesi. Eravamo tutti attenti ad ascoltare queste storie. In questo giorno avevamo anche l’occasione di parlare di noi stessi: perchĂ© abbiamo scelto di venire in Italia? Ci siamo abituati a vivere lontani dal nostro Paese?

La cosa che mi ha sorpreso in questo giorno è il numero impressionante di cittadini italiani che sono emigrati. Alla fine la guida ha menzionato una cosa importante per noi studenti venuti da altri Paesi: imparare la lingua del posto è la cosa piĂ¹ importante quando qualcuno decide di vivere e lavorare in un altro Paese diverso dal suo.

[Amina – corso A, Primo Livello CPIA Pontedecimo]

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