Il mio Paese, l’Ecuador, è un grande produttore di cacao. Lo consumiamo in molti modi, a cominciare dalla cioccolata calda soprattutto nel periodo natalizio, di solito consumata dopo la mezzanotte insieme al panettone. Diversamente da quella italiana però la nostra cioccolata è più liquida.
La storia del cacao in Ecuador è molto antica, gli uomini fin dall’antichità erano a conoscenza dei benefici che il cacao apportava sia sotto il profilo emotivo che quello fisico. I Maya furono i primi a usare saggiamente la pianta del cacao e cominciarono a usarlo come metodo di pagamento e come un’unità di calcolo.
Quando Cristoforo Colombo, nel luglio del 1502, durante il suo ultimo viaggio sbarca in Honduras, qui assaggia una bevanda a base di cacao. Di ritorno porta con sé alcuni semi da mostrare al re Ferdinando e alla regina Isabella di Spagna, ma non fa molto caso alla sua scoperta perché era concentrato sul viaggio. Chi importa ufficialmente il cacao in Europa invece è Hernando Cortez, infatti nel 1519 il conquistatore spagnolo quando scopre i semi di cacao, più che a un utilizzo culinario pensa a un investimento economico e sequestra le piantagioni di cacao per ottenere più denaro possibile. Successivamente nel 1528 importa in Europa i primi semi di cacao. In questa data avviene lo sbarco ufficiale del cacao nel Continente europeo.
Attualmente nel mio Paese il cacao dà lavoro a molte persone, ma dobbiamo anche riconoscere che la sua coltivazione genera lo sfruttamento della manodopera. Anche i bambini purtroppo vengono sfruttati nei campi di cacao, che sono proprietà delle grandi aziende agricole.
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