Cosa rappresenta per me la “Festa dell’orgoglio”

Dal nostro archivio

Ricordo di Otea Danglli

La festa albanese dell’ Indipendenza dai Turchi è il 28 novembre 1912, come dimenticarla…

Il 28 novembre è il giorno dell’orgoglio, il giorno della nazione albanese, il giorno della libertà.

Dopo 500 anni di occupazione turca, dopo cinque secoli costretti a imparare una nuova cultura, siamo rimasti imbattibili, forti per non perdere la nostra lingua, la nostra identità, la nostra tradizione.

Ricordo i tempi della scuola. Ai primi di novembre, cominciavano i preparativi per la celebrazione: le maestre ci insegnavano le canzoni a memoria, facevamo la recita e il cortile della scuola era pieno di bandiere con le scritte di ”AUGURI PER IL GIORNO DELL’ INDIPENDENZA”.

Gli alunni scelti per la recita erano davanti a tutte le scolaresche, per due ore erano concentrati sulla parte, come veri attori per un giorno così speciale.

Dopo lo spettacolo teatrale ci accompagnavano al Museo dei Caduti per ascoltare dalle voci delle maestre le storie dei nostri eroi.

Il 28 novembre anche il volto delle città cambiava aspetto: ogni strada era imbandierata! Che bel colpo d’occhio!
In centro città si fa una grande festa con cantanti, la gente mangia cibi tradizionali… A casa mia, ad essere sincera, non si cucinavano piatti speciali, magari mia madre preparava una torta salata.

La città albanese dove si festeggia di più è Valona; là è stata issata la bandiera dell’indipendenza.

Secondo me, il 28 novembre non deve essere l’unica occasione per ricordare la storia del nostro popolo, per commemorare gli eroi che hanno dato la vita per essere liberi e permettere ai loro figli di vivere felici nella loro terra, parlando e capendo la loro lingua.

Alla fine di cinque secoli di sacrifici e umiliazioni, i nostri eroi hanno raggiunto l’obiettivo:


SIAMO LE AQUILE,
SIAMO LA TERRA DOVE NASCONO LE
AQUILE.

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